Non credo che ci siano molte domande nella vita di un uomo che hanno il potere di farlo rinascere. Sul suo volto si irradia un sorriso felice, travolgente, commovente. Si intravede nei suoi occhi vitrei la lucidità del ricordo, la gioia e la nostalgia. Sembra un bimbo quando ci racconta di quando con un suo amico hanno abbattuto un leone. Tutto il suo corpo parla muovendosi gioioso al ritmo battuto dalla memoria. Lui con la sua rudimentale lancia faceva da esca mentre l'altro con il suo rudimentale martello era pronto ad attaccare l'ignaro leone una volta distratto dalla preda. Non ci ha nascosto la paura di quel giorno, di quando attonito si è trovato sotto l'enorme felino colpito alla testa mentre si era oramai lanciato contro di lui... che giorno memorabile..
Una pausa e con lei arriva il silenzio che gli chiude la bocca e gli spegne il sorriso. Abbassa lo sguardo Ellias e gli si gonfia il cuore di nostalgia. Cala su di lui e su di noi il grigiore del suo presente. Con estrema delicatezza prende tra le mani quel suo piccolo strumento musicale. Le sue dita dimostrano di sapersi muovere sulla minuta tastiera senza bisogno di essere guidati dalla vista. La sua musica è soave, dolce, gentile, la sua voce ha le stesse caratteristiche. Ci ringrazia di esserlo andati a trovare, di aver rivissuto con lui il suo passato glorioso, di quando era forte, di quando era indomabile, di quando poteva ancora vedere "GRAZIE BIANCO PER AVERMI INCONTRATO, GRAZIE BIANCO PER AVERMI ASCOLTATO".
Ha condiviso con noi la sua storia Ellias e ci è grato per questo.
Forse non sa che il dono più grande lo ha fatto lui a noi perchè il sapore di questo malinconico incontro si è fissato sulla pelle ed io, personalmente, lo continuo a respirare.
Sulle note di una delle più significanti canzoni che porto con me, Bella Gioventù di Renato Zero, ringrazio te Ellias Muzamai Samashazi. Grazie di cuore.
Grazie a te per quest'immagine cosi lontana da noi, ma così vicina al cuore.
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