domenica 30 ottobre 2016

UN GIORNO INDIMENTICABILE

Tutti sanno che l’elefante barrisce. Ma oltre al classico e famoso “barrito” questo gigante gentile emette, di fatto, brontolii, urla, strombazzamenti e numerosi altri suoni composti che rendono la sua comunicazione acustica molto ricca e intensa.
La mattina presto del 30 settembre c’era un’aria tesa al lodge. Non credo nessuno di noi sia riuscito a dormire. Eravamo tutti in allerta. Sapevamo certamente fossero elefanti, ma non avevamo idea di cosa stesse succedendo tra di loro. Tra barriti nervosi, strombazzamenti impazienti, e movimenti stranamente rumorosi, si sentiva in sottofondo un costante brontolio sofferente. Brrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrr brrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrr brrrrrrrrrrrrrrrrr brrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrr brrrrrrrr. Il suo ritmo era scostante ma continuo. Un concerto onestamente un pochino angosciante durato quasi due ore. All’improvviso è calato il silenzio che ci ha permesso di dormire in tranquillità giusto quell’oretta prima che i bimbi si alzassero. Fuori casa nostra gli elefanti erano arrivati quatti a mangiare e farsi ammirare, come se nulla fosse accaduto.

Pensavamo sarebbe stato un nuovo giorno speciale come molti di questa che chiamiamo “stagione degli elefanti” in cui i grandi pachidermi arrivano a pochi passi da noi, sereni, tranquilli, pacifici a mostrarsi in tutta la loro mastodontica bellezza.
Ma quella mattina, quel 30 settembre è stato e sarà per sempre IL giorno speciale, un giorno indimenticabile. Ai tavoli della colazione, tra caffè e uova strapazzate gli ospiti erano intenti a raccontarsi le sensazioni provate quella notte fonda. Entusiasti, esausti, indispettiti, affascinati, impauriti, preoccupati, angosciati. Ce n’era di tutti i gusti! Le nostre guide avevano suggerito due possibilità per spiegare quel baccano: poteva esserci stato un incontro amoroso (ma poco intimo) tra elefanti, oppure poteva essere nato un nuovo elefante. La risposta era a pochi passi da noi.
Appena oltre la zona parcheggio del lodge, un’elefantessa brucava serena. Si vedeva un piccolo elefante con lei ma non si poteva capire se era appena nato. Così ho fatto una cosa molto stupida ma che rifarei un milione di altre volte: ho seguito a piedi la macchina di alcuni ospiti che stava andando via dal lodge e che si era fermata ad ammirare l’elefantessa. Protetta dalla macchina sono arrivata a pochissimi metri da lei e ho potuto costatare che il piccolo era proprio appena nato! Si teneva sulle quattro zampe a malapena, aveva le orecchie rosa e l’aria persa tipica dei cuccioli appena venuti al mondo e trasparivano quel senso di amore infinito e gratitudine per la mamma che solo i neonati sanno provare. Saltando dalla gioia sono corsa indietro per confermare a tutti quelli rimasti al lodge che era nato un elefantino proprio a casa nostra! Mio marito Simone continuava a dirmi di calmarmi, che sembravo scema, che ero stata una pazza ad avvicinarmi a piedi ad una mamma con un cucciolo, ma proprio non riuscivo a contenere la gioia! Poco più tardi ci siamo avvicinati nuovamente con una delle nostre macchine per vederlo da vicino e seguire i suoi primi incerti movimenti. È un maschio. Lui, così dolce e buffo, si è anche appoggiato alla macchina per sorreggersi dopo una faticosa camminata di tre metri! La sua mamma sbuffava nervosa agitando le sue grandi orecchie, indispettita per l’imprudenza del figlio! Come posso raccontarvi un momento come quello??? Magico! Avete presente la magia? Magico!
Ho fatto qualche ripresa video ma classicamente il telefono si è spento sul più bello! Fortuna che in macchina con noi c’era Annalisa Losacco, documentarista appassionata di Africa e elefanti (pensa che combinata quel giorno per lei!) che ha fatto senza dubbio riprese favolose tra i moniti preoccupati di Simone e i sospiri increduli e felici miei.

Nella nostra razza, sono i genitori del nascituro che scelgono l’ospedale o la casa in cui avverrà il parto. Nel caso degli elefanti l’intera famiglia sceglie il posto in cui far nascere il cucciolo. Solitamente in un branco ci sono per lo più femmine. I maschi, superati i 6 anni, si allontanano e vivono in solitaria gravitando attorno al gruppo delle femmine. Non essendoci maschi, la matriarca capo branco deve essere assolutamente certa che in occasione del parto non ci siano pericoli che la distraggano dal ruolo di ostetrica che dovrà assumere insieme alle sorelle, cugine, zie e madre della partoriente. La scelta del posto diventa una decisione, direi, cruciale.
La mia gioia era ed è certamente legata alla nascita di un nuovo elefantino ma era ed è arricchita in modo sostanzioso dalla consapevolezza che la sua famiglia ha scelto casa nostra per darlo alla luce. Non è una circostanza fortunata; è una prova di fiducia; è un segno che il nostro lavoro è a impatto vicino allo zero; è il valore aggiunto che rende significativo un evento già miracoloso di suo. 
Nkasa, così abbiamo chiamato il nuovo arrivato, ha mosso i suoi primi passi nel giardino di casa nostra. La mamma lo ha guidato per un giorno interno tra le tende e i pannelli solari; lo ha condotto traballante fino al piccolo stagno rimasto davanti al lodge e lo ha infine portato via al tramonto ricongiungendosi con il resto del branco.
In questa storia non c’è retorica né manipolazione. Forse un po’ di quel sano egocentrismo che ti permette di capire che il modo in cui vivi influisce sul modo di CON vivere con gli altri e con la natura. Non siamo soli; quello che facciamo e come lo facciamo ha delle conseguenze.
Noi, dal 30 settembre, siamo gli zii di un elefantino!

3 commenti:

  1. Per fortuna che c'è Facebook! Ho potuto partecipare alla tua emozione ed al vostro successo. Chissà se ti ricordi di me, ormai sono passati 3 anni dal nostro soggiorno a Nkasa e noi lo ricordiamo ancora come un luogo magico, direi l'esperienza più emozionante del nostro lungo viaggio attraverso la Namibia. Siamo venuti con Rolando ed eravamo in 6. Poco importa. Complimenti per tutti i nuovi arrivati! Un abbraccio Margherita

    RispondiElimina
  2. Ciao Margherita! Grazie mille! In effetti i nuovi arrivati sono diversi!! Certo che ricordo! Meno male che c'è facebook che da un volto ai nostri nomi! Sono contenta che ti sia piaciuta la Namibia e il viaggio!! Magari tornate presto! Un abbraccio a voi!

    RispondiElimina